Il consumo di caffè è associato ad una diminuzione del rischio di diabete 2

Un nuovo documento di revisione dal titolo “Coffee consumption and reduced risk of developing type 2 diabetes: a systematic review with meta-analysis”1 ha evidenziato che il consumo di caffè – sia decaffeinato che con caffeina – riduce il rischio di sviluppare diabete di tipo 2 di circa il 30%.

Una relazione di notevole interesse, vista la crescente diffusione mondiale della malattia, associata a numerose complicanze ad alto impatto economico e sociale sia sull’individuo che sul sistema sanitario.

Mattias Carlström e Susanna Larsson, principali autori della revisione, hanno analizzato 30 studi scientifici su una popolazione complessiva di oltre 1,2 milioni di persone per meglio comprendere come il consumo di caffè influisca sullo sviluppo del diabete di tipo 2 e delle complicanze ad esso associate. L’associazione risulta essere dose-dipendente: il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 diminuirebbe, rispettivamente, del 7% (in caso di caffè con caffeina) e del 6% (in caso di caffè decaffeinato) per tazza al giorno. In particolare, la riduzione del rischio di diabete di tipo 2 di nuova insorgenza sembra essere leggermente maggiore con il caffè non decaffeinato.

Gli autori hanno esaminato quali sono i potenziali meccanismi biochimici della bevanda che intervengono sul rischio di diabete di tipo 2. In particolare, gli studi esaminati mostrano che, grazie alle sue proprietà antiossidanti, l’assunzione a lungo termine di caffè può ridurre lo stress ossidativo, associato, oltre che a numerosi effetti avversi sulle funzioni cardiovascolari, metaboliche e renali, anche all’insorgenza di diabete di tipo 2. Numerose ricerche hanno inoltre dimostrato che il consumo regolare di caffè può ridurre i livelli dei marcatori pro-infiammatori e, di conseguenza, l’infiammazione cronica di basso grado, che è stata collegata a disturbi cardiovascolari e metabolici, come il diabete di tipo 2.

Gli autori della review sottolineano comunque che sono necessari studi randomizzati a lungo termine per confermare l’associazione protettiva e per approfondire maggiormente i meccanismi sottostanti a questa relazione. A titolo esemplificativo, gli studi dovrebbero valutare e categorizzare i partecipanti reclutati anche in base al loro genotipo, parametro che modifica il processo metabolico della caffeina.

Gli autori concludono che il caffè – insieme a importanti cambiamenti nello stile di vita necessari per intervenire su molteplici fattori di rischio – potrebbe costituire un punto di partenza per l’implementazione della ricerca di nuove strategie terapeutiche per il diabete di tipo 2 e le complicanze associate.

Diabete, ma non solo!

Le evidenze favorevoli sul tema caffè e salute sono molteplici.

  • Innanzitutto ricordiamo che nel 2016 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha rimosso il caffè dalla lista dei possibili cancerogeni per gli esseri umani e un corpus significativo di studi scientifici suggerisce che il consumo moderato di caffè, 3-5 tazze al giorno, non è associato ad un aumentato rischio di cancro anzi è protettivo verso una serie di patologie come, oltre al diabete di tipo 2, tumore al fegato e all’endometrio (https://www.iarc.fr/)
  • Inoltre, due recenti ricerche pubblicate su “Annals of Internal Medicine”3,4 hanno evidenziato un’associazione tra consumo di caffè, anche decaffeinato, e un minor rischio di morte per malattie cardiache, cancro, infarto, diabete, malattie respiratorie e renali.
  • Un ampio corpus scientifico evidenzia che il consumo moderato di caffè può ridurre fino al 27% il rischio di sviluppare il morbo di Alzheimer5
  • Un consumo moderato di caffè, equivalente a circa 3-5 tazzine, è sicuro nella popolazione adulta, fa parte di una dieta sana ed equilibrata e di uno stile di vita attivo, come riconosciuto anche dal parere EFSA (European Food Safety Authority, l’Autorità Europea sulla Sicurezza Alimentare) del 2015 relativo all’assunzione di caffeina.

In conclusione, una vasta letteratura scientifica riporta i numerosi benefici associati ad un moderato consumo di caffè su ulteriori importanti aspetti della fisiologia umana, dalla memoria alla concentrazione, dalla performance fisica al rallentamento del fisiologico declino cognitivo legato all’età, dalla riduzione del rischio di malattie neurodegenerative (come appunto il morbo di Alzheimer e la malattia di Parkinson) a una forte azione preventiva e protettiva nei confronti del diabete di tipo 2 e di alcune malattie del fegato tra cui cirrosi, steatosi ed epatite.

 

da Salute Domani