I sensori glicemici

Ottenere e mantenere ottimale il controllo glicemico è fondamentale per la prevenzione e la progressione delle complicanze croniche della malattia diabetica. La conoscenza delle variazioni individuali della glicemia è condizione indispensabile, insieme ad una terapia mirata, per il raggiungimento degli obiettivi glicemici. L’esigenza di intensificare i controlli ha portato alla messa a punto di Sistemi di Monitoraggio Continuo del Glucosio – CGMS (Continuous Glucose Monitoring System).

COSA SONO, COME FUNZIONANO
I CGMS sono strumenti portatili che misurano in continuazione (24 ore su 24) i livelli di glucosio nell’organismo. Si basano sull’impiego di biosensori, dispositivi dotati di un sistema di rilevazione che misura la concentrazione di glucosio nel liquido interstiziale sottocutaneo tramite l’utilizzo di un sistema enzimatico, associato ad un sistema di conversione delle variazioni dei livelli di glucosio nell’organismo in segnali elettronici digitali di intensità proporzionata alla concentrazione del glucosio. Esistono vari tipi di sensori di glucosio; i diversi modelli si differenziano nel metodo impiegato per mettere in contatto il substrato da analizzare e l’enzima:
– sensori “ad ago-cannula” che vengono inseriti direttamente nel sottocute,
– sensori esterni, nei quali il liquido da esaminare arriva tramite un processo di microdialisi o con un procedimento di ionoforesi.
Anche se sono in corso sperimentazioni con sensori impiantabili, i sistemi di monitoraggio oggi maggiormente utilizzati usano sensori “minimamente invasivi” ad ago-cannula.
Essi rilevano la concentrazione sottocutanea di glucosio, proporzionalmente in equilibrio con quella ematica, per poi trasmetterla, tramite onde radio, a monitor portatili di dimensioni ridottissime che la visualizzano e la registrano nella memoria elettronica. I dati registrati vengono scaricati ed elaborati tramite specifici programmi computerizzati. A seconda del modello vengono effettuate fino a 200-300 misurazioni glicemiche al giorno, sono dotati di sistemi di allarme per valori troppo alti o troppo bassi o per variazioni glicemiche troppo rapide ed i più recenti se integrati nella pompa ad infusione continua di insulina, sono in grado di bloccare l’infusione di insulina in caso di valori glicemici troppo bassi.

QUANDO É UTILE
– Fornire informazioni in momenti della giornata difficilmente indagabili con i sistemi tradizionali (notte, attività fisica/ lavorativa, pasto, etc)
– Fornire indicazioni per l’ottimizzazione della terapia insulinica
– Valutare meglio il grado di oscillazioni glicemiche durante la giornata, indice importante nella comparsa e progressione delle complicanze croniche del diabete
– Evidenziare bruschi incrementi della glicemia: picco post-prandiale , il fenomeno “alba” (iperglicemia mattutina)
– Evidenziare riduzioni della glicemia sino a valori francamente di ipoglicemia (soprattutto ipoglicemie asintomatiche notturne)
– Valutare l’influenza dello stato emozionale sui valori di glicemia • Gestire al meglio l’attività sportiva • In gravidanza quando un ottimo controllo glicemico è indispensabile per la salute della madre e del bambino
– In ambito diagnostico in situazioni di intolleranza glucidica o di instabilità glicemica
– Come strumento di approfondimento diagnostico e come guida alla terapia
– Per una visualizzazione immediata dei valori glicemici e, in alcuni modelli, della loro dinamica temporale; questa prerogativa, associata ad un sistema di allarmi per ipo/iperglicemia, rende possibili adattamenti terapeutici e provvedimenti correttivi estemporanei, configurando quindi uno strumento tarato sulle esigenze del paziente.

LIMITI
I CGMS presentano attualmente alcuni limiti di cui bisogna tener conto nel loro utilizzo:
– Hanno un impiego limitato nel tempo (in genere 4-6 giorni) dopo di che si esauriscono e vanno sostituiti
– Sono inseriti nel tessuto sottocutaneo pertanto, anche se molto raramente, si possono generare problemi di allergie e/o infezioni nella sede di inserimento dell’agocannula
– Alcuni sistemi necessitano di calibrazioni tramite glicemie capillari (1-2 volte al giorno)
– I livelli glicemici rilevati nel liquido interstiziale hanno un tempo di latenza rispetto al valore della glicemia misurata a livello ematico di alcuni minuti, di cui bisogna tener conto nell’interpretazione dei dati ottenuti dal monitoraggio. Tale ritardo si registra soprattutto in corso di modificazioni rapide dei livelli di glucosio
– I risultati non raggiungono ancora l’accuratezza dei migliori glucometri
– I costi sono alti e quindi permettono un utilizzo solo in situazioni particolari

Concludendo:
1) I CGMS, permettendo la registrazione continua dell’andamento glicemico giornaliero, rappresentano una vantaggiosa alternativa all’automonitoraggio della glicemia capillare. Aiutano infatti ad identificare quelle fluttuazioni e trend dei livelli di glucosio, che rimarrebbero occulti con l’utilizzo dei metodi tradizionali. Il monitoraggio continuo ha aperto possibilità innovative per la gestione complessiva del diabete mellito sia in situazioni di instabilità metabolica sia per l’ottimizzazione della terapia insulinica.
2) La visualizzazione “real time” e i sistemi di allarme permettono una partecipazione attiva del paziente/ genitore nell’autogestione garantendo una maggiore consapevolezza del proprio stato ed una maggiore sensibilità alle variazioni. Le maggiori conoscenze delle variazioni glicemiche individuali consentiranno di arrivare alla messa a punto di un “pancreas artificiale” miniaturizzato e portatile.

 

 

Nicoletta Sulli
Centro Regionale
Diabetologia Pediatrica
Sapienza Università di Roma

 

da Diabete Giovani