Gli ospedali dove studiano per curarci meglio

Una classifica stilata in base a un rigoroso metodo scientifico individua i centri all’avanguardia in Italia e in Europa

I numeri della malattia fanno tremare i polsi: ogni dieci secondi nel mondo qualcuno muore per cause legate al diabete, che in Italia come altrove continua a diffondersi a un ritmo crescente.
E l’Organizzazione Mondiale della Sanità avverte: presto proprio per colpa del diabete l’aspettativa di vita potrebbe ridursi, per la prima volta in 200 anni. Non sorprende, allora, che tanti medici italiani abbiano deciso di studiare e combattere il diabete.
E consola scoprire che in Italia la ricerca clinica sia di prima qualità: lo si vede scorrendo la graduatoria della nostra indagine, che evidenzia numerose strutture di rilievo distribuite praticamente ovunque. Una specie di miracolo visto che i diabetologi, come gli altri ricercatori italiani, non navigano certo nell’oro di finanziamenti illimitati.

Tanti i risultati ottenuti: «Negli ultimi dieci anni gli studi sono stati disegnati per dare risposte chiare, che possano cambiare la gestione dei pazienti», spiega Riccardo Vigneri, presidente della Società Italiana di Diabetologia, «Grazie alla biologia molecolare e cellulare abbiamo capito meglio come ci si ammala, mentre i progressi tecnologici hanno regalato una qualità della vita ai malati impensabile anche solo 5 anni fa: oggi l’insulina si può iniettare con microinfusori, si misura la glicemia a casa, esistono aghi indolori».
Sono i famosi piccoli passi della scienza, che sembrano irrilevanti ma poi «portano a grossi vantaggi pratici», interviene Massimo Massi Benedetti, vicepresidente dell’International Diabetes Federation, «Oggi grazie alla ricerca disponiamo di tanti farmaci e tipi di insulina fra cui scegliere e possiamo prescrivere cure personalizzate, anche in funzione dei diversi stadi della malattia.
Le sperimentazioni poi ci hanno insegnato che la glicemia è solo un aspetto del problema e che dobbiamo essere aggressivi e attenti su più fronti, se vogliamo prevenire le complicanze».

UNA FITTA RETE DI SERVIZI-

«L’ottimo livello della ricerca italiana sul diabete è indiscutibile”, considera Eleuterio Ferrannini, presidente EASD, «uno dei motivi principali è la fitta rete di servizi diabetologici, dove sono in cura oltre tre quarti dei malati italiani: in pratica, un “vivaio” unico al mondo per raccogliere dati, spunti e informazioni sulla malattia. Ma anche un modello virtuoso per l’assistenza».

Già, perché il passaggio dalla teoria alla clinica non è scontato: «La possibilità di tradurre in pratica quanto emerge dalla ricerca dipende molto dal contesto di ciascuna struttura», osserva Umberto Valentini, presidente dell’Associazione Medici Diabetologi, «Ma i malati possono stare tranquilli: pur con le inevitabili differenze, in Italia il livello di cura è buono in molti dei circa 600 centri diabetologici sparsi sul territorio».

Va detto che la nostra indagine non evidenzia le strutture dove le risorse sono tutte o quasi dedicate all’assistenza, e ciò fa pensare che la realtà clinica sia ancora migliore di quanto appaia dall’inchiesta.
«In Italia non ci sono diabetici privi di assistenza medica garantita, farmaci e prestazioni sono gratis, i centri sono diffusi e abbiamo una legislazione che gli altri Paesi ci invidiano», conferma Massi Benedetti, «Eppure ogni anno aspettiamo come oro colato le linee guida americane: non abbiamo consapevolezza dei nostri meriti e della validità del modello assistenziale, né il coraggio per proporlo altrove. Dove di sicuro si viene curati peggio».

Tutto perfetto? Non proprio. «Il problema è la dimensione della malattia», chiarisce Domenico Fedele, del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell’università di Padova, «I Servizi non possono reggere l’impatto di un numero di malati in continuo aumento mantenendo la qualità attuale: già oggi è difficile riuscire a visitare un paziente ogni due, tre mesi come è necessario per tenere davvero sotto controllo il diabete. Sono ottimista per il futuro, ma dovremo cambiare qualcosa».

IMPORTANTE IL MEDICO DI BASE –

«La strada è riscoprire e integrare il medico di base», suggerisce Antonio Tiengo, del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell’università di Padova, «I Servizi devono restare il punto di riferimento per la gestione dei casi più difficili e per la prescrizione delle cure, che dovrebbero essere monitorate e gestite dal medico di famiglia. E si dovrà investire davvero nella prevenzione o la pagheremo fra qualche anno, quando i bimbi obesi di oggi diventeranno un esercito di nuovi diabetici».

Ci sarà poco da stare allegri: già ora il diabete è la quarta voce della spesa sanitaria italiana. I ricercatori però ce la mettono tutta perché le prospettive dei malati diventino più rosee. Scoprire le cause del diabete di tipo uno, somministrare in ogni momento l’insulina in funzione della glicemia (così facendo, spiegano i medici, si potrebbe prevenire l’80 per cento delle complicanze), capire meglio i meccanismi della resistenza all’insulina e i difetti molecolari alla base del diabete: sono solo alcune delle sfide che aspettano i medici. “Quella più grande di tutte, oltre a riuscire a prevenire davvero entrambi i tipi di diabete, sarà arrivare alla guarigione”, racconta Emanuele Bosi, direttore dell’Unità di Diabete ed Endocrinologia del San Raffaele di Milano, “oggi il diabete si può solo curare, benché sempre meglio. Per sconfiggerlo sono allo studio i trapianti di cellule staminali, che si affiancheranno alla grande possibilità offerta già oggi dal trapianto di isole pancreatiche, e i micropancreas artificiali; quando avremo individuato i difetti molecolari alla base del diabete, inoltre, potremo intervenire con la terapia genica”

OTTIMO LIVELLO IN ITALIA –

I ricercatori italiani sono costretti a far le nozze coi fichi secchi, ma in materia di diabete non sfigurano rispetto ai colleghi europei, anzi: con quattro centri nelle prime dieci posizioni, l’Italia si confronta da pari a pari con gli altri Paesi. “In generale, i diabetologi europei sono forti in genetica e ricerca di base, hanno sviluppato molti farmaci e nuove formulazioni e analoghi di insulina”, dice Philip Halban, presidente dell’European Foundation for the Study of Diabetes e di EURADIA (European Alliance for Diabetes Research), “Tante anche le pietre miliari in clinica: l’UKPDS Study inglese, che ha accertato come l’iperglicemia provochi gran parte delle complicanze nel diabete di tipo 2 ed ha salvato molte vite, evitando a tantissimi malati i ben noti guai a reni, occhi, piedi; gli studi finlandesi, che hanno dimostrato l’efficacia preventiva di uno stile di vita sano”.

Scandinavia, Germania e Regno Unito, ai primi posti dell’inchiesta, sono Paesi dove la ricerca è ben organizzata, che in alcuni casi (come in Finlandia) si sono concentrati sul diabete anche per l’alta prevalenza della malattia.

“Credo tuttavia che i risultati dipendano molto dai budget previsti per la ricerca dai diversi Stati”, osserva Halban, “In caso di ristrettezze finanziarie, i tagli colpiscono sempre ricerca e sanità. E temo che questo sia da tempo il caso dell’Italia”.

“La mancanza di risorse sta prosciugando l’onda lunga di eccellenza che negli scorsi decenni ha visto i diabetologi italiani competere sullo stesso piano degli europei e ha permesso gli ottimi risultati evidenziati dall’indagine”, aggiunge Ferrannini, “Purtroppo da noi scarseggiano anche i finanziamenti dalle industrie ed è praticamente inesistente il mecenatismo privato: chi ha soldi da spendere non sponsorizza la ricerca”. Risultato, forse ben presto scivoleremo via dalla classifica dei migliori in Europa.

Non che il Vecchio Continente se la passi bene, a confronto con il colosso Stati Uniti: in una recente indagine pubblicata su Nature Medicine, Halban e Ferrannini segnalano preoccupati che nel 2004 i diabetologi statunitensi hanno potuto contare su finanziamenti per oltre un miliardo di dollari, mentre gli europei (tutti assieme) hanno dovuto accontentarsi di venti milioni di euro.

“Negli USA il diabete è ormai considerato un problema sociale, mentre l’Europa non sembra aver capito davvero la frequenza della malattia, che oggi riguarda almeno 25 milioni di europei, né la sua gravità. Anche in Italia: passo le vacanze al mare nel vostro Paese da 50 anni e ho visto i bimbi letteralmente ingrassare sotto i miei occhi”, racconta Halban. La buona notizia è che in Italia i malati vengono curati meglio che all’estero: perfino gli avanzatissimi statunitensi non applicano le linee guida bene quanto noi, né hanno i nostri risultati nella gestione della malattia.
Lo dimostra un caso illuminante raccontato da Massi Benedetti: “Tempo fa gli scandinavi osservarono che il 30-40 per cento dei loro dializzati aveva una nefropatia diabetica. In Italia le percentuali erano molto più basse grazie a un miglior controllo del diabete. Peccato che tutti si guardarono bene dal riconoscerlo: fu detto che forse i pazienti italiani morivano senza che fosse stata loro diagnosticata la nefropatia”. Ovvero: siamo bravi, ma dovremmo crederci di più. E lottare per continuare a esserlo».

I migliori 20 in Italia

1) Padova U.O. Complessa Diabetologia, Dietologia e Mal. Metab. (tel.049/8216811), Azienda Ulss 16, Univ. Padova e Div. Mal. Metab. (tel. 049/8213061), Policlinico Universitario Sito: www.ulss16.padova.it / www.dmcs.unipd.it

2) Milano Unità Med. Generale a indirizzo Diabetologico ed Endocrino- Metab. (tel. 02/26432823) e Unità di Med. Trapianti, Ospedale San Raffaele Sito: www.fondazionesanraffaele.it

3) Torino, Strutt. Comp. Medicina Interna 1, Strutt. Comp. Diab. e Mal. Ricambio e Strutt. Comp. Medicina Interna 3 (tel. 011/6336221), Ospedale Molinette Sito: www.molinette.piemonte.it

4) Pisa . U.O. Mal. Metab. e Diabet. (tel. 050/995115), Ospedale Cisanello e U.O. Med. Gen. a indirizzo Metabolico (tel. 050/992963), Ospedale Santa Chiara, Azienda Ospedaliera Universitaria Sito: www.diab.it / www.ao-pisa.toscana

5) Perugia Struttura Complessa di Medicina Interna, Endocrinologia e Metabolismo (tel. 075/5781), Azienda Ospedaliera Universitaria Sito: www.ospedale.perugia.it

6) Napoli Divisione Malalattie del Metabolismo (081/5665054), II Università di Napoli, Azienda Ospedaliera Universitaria Sito: www.unina2.it

7) Verona , Divisione Endocrinologia e Malattie Metabolismo (tel. 045/8072611), Azienda Ospedaliera Universitaria Sito: www.ospedaliverona.it

8) Udine Dip. Patologia e Med. Sper. e Clinica, Istituto Clinica Medica (tel 0432/559801), Università di Udine, Policlinico Universitario Sito: www.unipd.it

9) Roma. Dipartimento Scienze Cliniche, Centro Diabetologia e Dislipidemie (tel. 06/49978309), Policlinico Umberto I, Università La Sapienza Sito: In costruzione (mail: clinicamedica2@uniroma1.it)

10) Chieti-Pescara Servizio Diabetologia (085/4252696), Ospedale di Pescara e Servizio Diabetologia Pediatrica (tel. 0871/358017), Ospedale Santissima Annunziata di Chieti, Università G. d’Annunzio di Chieti e Pescara Sito: www.unich.it

11) Roma , Dipartimento di Medicina Interna, Policlinico Universitario Tor Vergata tel. 06/20901 sito: www.ptvonline.it

12) Roma , Dip. Med. Interna, UOC Med. Generale e UOC Malattie del Ricambio, Univ. Cattolica – Policlinico Gemelli Tel. 06/35510330 Sito: www.policlinico.gemelli.it

13) Pisa , Diabete e Malattie del Metabolismo, Istituto di Fisiologia Clinica, Consiglio Nazionale delle Ricerche Tel. 050/3153150 Sito: www.ifc.cnr.it

14) Cagliari Serv. Diab. e Serv. Diab. Ped., Azienda Osped. Brotzu e Serv. Diab. e I Clinica Ped., Ospedale San Giovanni di Dio, Università di Cagliari Tel. 070/539372 (Brotzu) e 070/6092358 (Osp. S. Giovanni) www.aob.it

15) Napoli , Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale e Malattie Metaboliche, Università Federico II, Azienda Osped. Univ. Federico II Tel. 081/7461111 Sito: www.unina.it

16) Catanzaro , Dipartimento Medicina Sperimentale e Clinica Gaetano Salvatore, Unità Diabet., Università Magna Grecia, Campus Germaneto Tel. 0961/3694001 www.unicz.it

17) Pavia , Dipartimento Med. Interna e Terapia Medica e Dip. Scienze Pediatriche, Università di Pavia, Policlinico San Matteo Tel. 0382/5011 www.unipv.it

18) Sassari Istituto Clinica Medica, Servizio Diabetologia e Clinica Pediatrica, Università di Sassari Tel. 079/228494 http://medicina-chirurgia.uniss.it

19) San Giovanni Rotondo (Fg) , Struttura Complessa Endocrinol., Unità di Ricerca Diabet. ed Endocrinol., Istituto Scient. Casa Sollievo della Sofferenza Tel. 0882/410629 www.operapadrepio.it

20) Genova, Dip. Med. Interna e Specialità Mediche e Dip. Scienze Endocrinol. e Metaboliche, Università di Genova, Az. Osp. San Martino Tel. 010/3537900 www.unige.it

I migliori 20 in Europa

1) Gentofte (Danimarca) , Steno Diabetes Center. Niels Steensens Vej 22820 Gentofte (Copenhagen)

2) Padova (Italia) , Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche, Malattie del Metabolismo, e Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, Ospedale Universitario.

3) Dusseldorf (Germania) , Policlinico Universitario, Dipartimento di Malattie Metaboliche e Deutsches Diabetes Center. Auf’m Hennekamp 65 40225 Düsseldorf

4) Milano (Italia) , Ospedale San Raffaele, Dipartimento di Medicina Generale (Unità Clinica di Diabete ed Endocrinologia e Unità di Immunologia del Diabete) e Divisione di Medicina Interna

5) Londra (Regno Unito) , King’s College, Dipartimento di Diabetologia, Endocrinologia e Medicina Interna. Denmark Hill, Cutcombe Road SE5 9PJ Londra

6) Torino (Italia) , Dipartimento di Medicina Interna (Medicina Generale 1 e 3) e Divisione di Diabetologia, Ospedale Universitario Molinette-S. Giovanni Battista

7) Monaco (Germania) , Ospedale Schwabing, Dipartimento di Medicina Interna 3, Sez. Diabetologia ed Endocrinologia. Kölner Platz 1, 80804 Monaco

8) Malmo (Svezia) , Ospedale Universitario, Dipartimento di Scienze Cliniche, Sezione di Diabetologia ed Endocrinologia. Entrance 72, S-205 02 Malmö

9) Kuopio (Finlandia) , Ospedale Universitario, Dipartimento di Medicina-Unità di Diabetologia. Mediteknia, Harjulantie 1, Kuopio

10) Pisa (Italia) , Dipartimento di Endocrinologia e Metabolismo (Sede Cisanello) e Dipartimento di Medicina Interna (Sede S. Chiara), Az. Osp. Univ. Pisana

11) Oxford (Gran Bretagna), Clinica Radcliffe, Unità di Ricerca sul Diabete. Woodstock Road, OX2 6H Oxford. Web: www.drl.ox.ac.uk

12) Newcastle (Regno Unito), Ospedale Universitario, Dipartimento di Scienze Cliniche, Centro di Ricerca sul Diabete e le Malattie del Metabolismo. William Leech Building, NE2 4HH, Newcastle upon Tyne. Web: www.ncl.ac.uk/medi/research/diabetes/

13) Perugia (Italia) Dipartimento di Medicina Interna e Scienze Endocrine e Metaboliche, Policlinico universitario Monteluce

14) Exeter (Regno Unito), Ospedale Universitario, Dipartimento di Diabetologia e Medicina Vascolare. Barrack Road EX2 5DW, Exeter. Web: www.projects.ex.ac.uk/diabetesgenes

15) Napoli (Italia) Dipartimento di Geriatria e Malattie Metaboliche, Seconda Università

16) Manchester (Regno Unito), Royal Infirmary, Dipartimento di Medicina. Oxford Road, M13 9WL Manchester. Web: www.cmmc.nhs.uk/hospitals/manchester_royal_infirmary.asp

17) Bristol (Regno Unito), Royal Infirmary, Dipartimento di Diabetologia ed Endocrinologia.Marlborough St, BS2 8HW Bristol. Web: www.ubht.nhs.uk

18) Parigi (Francia), Ospedale Pediatrico Necker Enfants-Malades, Unità di Diabetologia e Malattie del Metabolismo. Rue de Sèvres 149 – 75743 Parigi. Web: www.aphp.fr,

19) Amsterdam (Olanda), Policlinico Universitario, Istituto di Ricerca in Medicina Extramuraria, Sezione di Diabetologia. Van der Boechorststraat 7, 1081 BT Amsterdam. Web: www.emgo.nl

20) Helsinki (Finlandia) , Ospedale Centrale Universitario, Istituto di Clinica Medica, Divisione di Endocrinologia e Diabetologia. Haartmaninkatu 8, 00014 Helsinki. Web: www.kll.helsinki.fi

da Corriere.it

17 settembre 2006