Diabete sempre più high tech

È un fatto: misurare spesso la glicemia serve a tener meglio sotto controllo il diabete. A Vienna, al congresso dell’European Association for the Study of Diabetes, una ventina di ricerche lo confermavano: migliora la glicemia, si riducono le oscillazioni del glucosio e cala l’emoglobina glicata, che indica l’andamento glicemico nell’arco di due-tre mesi. Ma una mole altrettanto imponente di studi rivela che per i pazienti l’idea di misurarsi la glicemia con le strisce 4 o 5 volte al giorno (almeno) è una condanna. Ricercatori del Behavioural Diabetes Institute di San Diego, ad esempio, hanno visto che molti lo trovano non solo difficoltoso, ma anche stressante e che c’è chi si lascia prendere dalla depressione. Risultato: due pazienti, con diabete di tipo uno, su tre non controllano la glicemia a sufficienza; chi ha il diabete di tipo due lo fa ancora meno.

GLUCOMETRO SENZA STRISCE – Un aiuto arriva dalla tecnologia: a Vienna ha debuttato un glucometro simile a un cellulare, che misura il glucosio senza bisogno di strisce; ci si punge il dito e poi basta poggiarlo su una finestrella per il test. E sono sempre più piccoli i sensori per il monitoraggio continuo della glicemia, ancor più vantaggioso per il controllo del diabete. Secondo lo studio francese RealTrend, condotto su 132 pazienti con diabete di tipo uno, indossare per il 70% del tempo un sensore riduce del 40% il rischio di complicanze. «I sensori attuali sono grandi come una moneta da due euro e hanno un piccolo ago da inserire sotto cute; si applicano sull’addome e controllano la glicemia ogni 5 minuti — spiega Francesco Dotta, direttore dell’Unità di diabetologia al Policlinico Le Scotte di Siena —. In Italia sono circa 2 mila i pazienti con diabete di tipo uno che usano il monitoraggio continuo, ma di questi appena 300 indossano sempre il sensore».

I PROSSIMI «GADGET» – Con i «gadget» in arrivo nel 2010 forse la cifra salirà: il sensore dialogherà con strumenti assai utili. Come il blackberry, su cui leggere la glicemia in tempo reale e che in caso di ipoglicemia invia sms di richiesta d’aiuto a numeri predeterminati; il navigatore satellitare che, se gli zuccheri scendono troppo, guida fino al punto di ristoro più vicino; o il monitor portatile wi-fi con cui i genitori di piccoli diabetici potranno controllare a distanza la glicemia del figlio, venendo avvisati con un allarme in caso di ipo o iperglicemia. «Il monitoraggio continuo è utile anche nei diabetici di tipo due: è raro, ad esempio, avere dosaggi della glicemia notturna — dice Dotta —. Per far luce su queste “zone oscure” all’inizio del 2010 sarà disponibile l’holter glicemico: al paziente sarà applicato il sensore per il monitoraggio continuo per tre giorni; i dati verranno poi analizzati dal medico che potrà impostare al meglio le terapie». E a Vienna sono stati presentati anche altri strumenti ultrasofisticati: microscopici sensori a fluorescenza da iniettare in vena, sensori a infrarossi da indossare come anelli, sensori ottici da inserire nell’occhio, grazie a quali leggere la glicemia ogni volta che si vuole con un fotometro portatile.

di Elena Meli
da Supplemento Salute Corriere.it