Diabete, incidenza globale aumentata del 45% negli ultimi 20 anni

Negli ultimi vent’anni, la diffusione globale del diabete è aumentata del 45%. In compenso, il tasso di mortalità dovuto alle complicanze dalla malattia si è ridotto in modo significativo. Ad affermarlo, in uno studio pubblicato sulla rivista The Lancet, sono i ricercatori dell’Institute for Health Metrics and Evaluation di Seattle (Usa), secondo cui l’incidenza della patologia è cresciuta anche nei paesi a basso e medio reddito.

Gli autori hanno esaminato lo sviluppo e la diffusione delle patologie acute e croniche in 188 paesi, nel periodo compreso tra il 1990 e il 2013. Dall’analisi, è emerso che negli ultimi 20 anni l’incidenza del diabete – soprattutto di tipo 2 – è aumentata del 45% in tutto il mondo.

La diffusione della malattia è cresciuta anche nei paesi in via di sviluppo. In queste nazioni, a fronte di una riduzione drastica di patologie trasmissibili come malaria e tubercolosi, è aumentato il tasso di malattie croniche (come cancro e diabete). Questo fenomeno, dovuto al miglioramento delle condizioni economiche e all’allungamento della vita della popolazione, coglie impreparati i governi, che si trovano a dover affrontare nuovi, e spesso più costosi, trattamenti per le patologie emergenti.

L’incremento più significativo del tasso di diffusione del diabete si è registrato negli Stati Uniti, dov’è cresciuto del 71%. Al secondo posto si trova l’Arabia Saudita (+ 60%), al terzo la Cina (+ 56%) e al quarto il Messico (+ 52%).
L’Arabia Saudita, invece, conduce la classifica dei paesi con la percentuale maggiore di diabetici, con 17.817 casi ogni 100.000 abitanti. Seguono la Cina, dove il diabete colpisce 6480 cittadini ogni 100.000 persone, e gli Stati Uniti, con 6630 malati ogni 100.000 abitanti.

Tuttavia, se la diffusione del diabete è cresciuta, il tasso di mortalità legato alla malattia è significativamente diminuito. I diabetici oggi vivono più a lungo, anche grazie al miglioramento dei sistemi sanitari, che riescono ad affrontare in modo più efficiente le complicazioni derivanti dalla patologia. Gli studiosi riportano l’esempio degli Stati Uniti, dove nel corso degli ultimi 20 anni si è registrato un netto calo delle complicanze del diabete. Il trattamento della malattia è migliorato anche nei paesi a medio-reddito, come la Cina.

“A conti fatti, è meglio vivere più a lungo, anche se con una malattia cronica – osserva il professor Theo Vos, uno degli autori dello studio -. Ma c’è anche il rovescio della medaglia: i sistemi sanitari hanno bisogno di maggiori risorse per assistere le persone affette da disturbi cronici”.

 

da Salute24ore