Diabete, in Italia + 33% in otto anni e la malattia si sposta a Sud

E’ cresciuto del 33% il numero delle persone diabetiche registrata in Italia tra il 2000 e 2010: si è passati da 2,250 milioni a 3 milioni. Il boom è stato sotolineato oggi a Milano dall’associazione ‘Diabete Italia’, che ha presentato la campagna di comunicazione “Chi ha il diabete non corre da solo”.

Secondo i dati Istat, nel 2002 il 3,9% degli italiani soffriva di questa malattia, mentre nel 2010 si è arrivati al 4,9%. Se si considera l’aumento della popolazione e il milione di persone che, secondo le stime ufficiali, hanno il diabete senza saperlo, la percentuale stimata arriva al 6%. In particolare, ricorda l’associazione, 3 milioni di italiani hanno il diabete di tipo 2 (il 4,9% della popolazione), un milione è colpito dalla malattia ma non lo sa (1,6%) e 2,6 milioni di persone hanno difficoltà a mantenere le glicemie nella norma: una condizione che nella maggior parte dei casi prelude allo sviluppo del diabete di tipo 2 (4,3% della popolazione). A questi numeri devono essere aggiunte circa 300mila persone affette da diabete di tipo 1, forma autoimmune che esordisce generalmente nella prima parte della vita e che porta all’esaurimento della produzione di insulina.

Nel corso di questo decennio è cambiata anche la geografia del diabete, che si è spostato verso le regioni meridionali. Stando ai dati di Diabete Italia, nel 2002 il 4,2% dei residenti al sud soffriva di diabete, mentre nel 2010 la percentuale è salita a 5,8. Un incremento significativamente maggiore rispetto al centro, passato da 4,1 a 4,8%, ed al nord, da 3,6 a 4,4%.

A conferma di questo slittamento al sud, c’è la classifica delle regioni con più alto numero di diabetici, dove tra le dieci sopra la media nazionale, sette sono meridionali (Molise, Basilicata, Calabria, Abruzzo, Campania, Puglia e Sicilia), mentre le uniche due regioni che nel periodo considerato hanno visto diminuire, seppur di poco, il numero di diabetici sono al Nord: Friuli Venezia Giulia (-0,2%) e Liguria (-0,3%).

“Questi dati dimostrano quanto il diabete stia diventando sempre più una malattia sociale, che coinvolge anche famiglie, istituzioni e scienza – spiega Umberto Valentini, presidente di Diabete Italia – E’ per questo che, in sintonia con l’International Diabetes Federation e il ministero della Salute, abbiamo deciso di promuovere questa campagna di comunicazione che durerà tutto il 2012. L’obiettivo è sensibilizzare le istituzioni e l’opinione pubblica che la persona diabetica oggi può aspirare a vivere una vita attiva, che tende alla normalità”.

Lo spot “Chi ha il diabete non corre da solo” è la prima iniziativa della campagna di comunicazione sociale di Diabete Italia. Il video va in onda da gennaio su spazi gratuiti concessi dagli editori su radio, televisioni, tv degli aeroporti e metropolitane, sale cinematografiche e, in forma di annuncio, sulla carta stampata di tutta Italia. “L’obiettivo – spiega Laura Cingoli, membro del Comitato di coordinamento dell’associazione – è rafforzare il concetto che il diabete richiede una gestione corale. La persona con diabete non è sola, sia perché condivide una condizione comune, sia perché è seguita da una rete assistenziale capillare che comprende numerosi specialisti. E grazie a questa collaborazione può avere una vita realmente attiva”.

 

da Repubblica.it Salute