Diabete: arriva in Italia exenatide settimanale

Dal 26 marzo è disponibile anche in Italia exenatide a rilascio prolungato (Bydureon), primo farmaco monosettimanale per migliorare il controllo glicemico del diabete di tipo 2.

Dopo la pubblicazione della determina nella Gazzetta Ufficiale dello scorso novembre il farmaco, di cui AstraZeneca (AZ) ha acquisito tutti i diritti a dicembre 2013 con l’acquisto dell’intera parte dalla joint venture con Bristol-Myers Squibb (Bms) dedicata ai trattamenti per il diabete, è ora in distribuzione anche per i pazienti italiani.

Approvato in Europa nel 2011, dove è già distribuito in quasi tutti i paesi (ad eccezione della Francia) e negli Stati Uniti nel 2012, Bydureon è somministrato una volta a settimana via iniezione sottocutanea. Può essere impiegato in associazione a metformina, a una sulfonilurea, a un tiazolidinedione, a metformina e una sulfonilurea, o a metformina e un tiazolidinedione.

Rispetto a Byetta (exenatide a somministrazione giornaliera), Bydureon consente il rilascio prolungato del principio attivo grazie all’incapsulazione della molecola in microsfere polimeriche che, dopo l’iniziezione, iniziano a biodegradarsi lentamente nella circolazione sistemica garantendo livelli terapeutici costanti del principio attivo. Il farmaco può essere somministrato in qualcunque momento della giornata indipendentemente dai pasti e l’assunzione non richiede un automonitoraggio aggiuntivo dei livelli di glicemia.

“Oltre al vantaggio della somministrazione settimanale che può favorire una maggiore aderenza – spiega Francesco Giorgino, ordinario di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo, Università degli Studi Aldo Moro di Bari –  la nuova terapia permette di ottenere una riduzione della glicemia senza esporre al rischio di un eccesso di azione insulinica e quindi di ipoglicemia. Inoltre, la formulazione a rilascio prolungato di exenatide promuove il senso di sazietà e favorisce così la riduzione del peso corporeo, con una maggiore efficacia nel controllo dell’iperglicemia e una minore incidenza degli effetti collaterali”.

Proprio l’aderenza è una delle criticità maggiori dei pazienti:  secondo l’indagine “Il sapore amaro del diabete” di Doxa Pharma il 40% degli diabetici confessa di non assumere regolarmente i farmaci. Inoltre per un paziente su 3 la malattia è fonte di imbarazzo.

Exenatide appartiene alla classe delle incretine, è un agonista del recettore dell’ormone GLP-1 (glucagon-like peptide-1) e mima le azioni anti-iperglicemiche indotte dal GLP-1 umano. Rispetto a quest’ultimo, che viene degradato rapidamente dall’enzima DPP-4 (dipeptidil-peptidasi IV), exenatide è la versione sintetica dell’ormone exendin-4, proteina resistente alla degradazione da parte del DPP-4 estratta dalla saliva del Mostro di Gila, una lucertola che vive nei deserti americani.

Oggi il diabete colpisce 4 milioni di italiani, 382 milioni di persone nel mondo (erano 170 milioni nel 2000) e le stime sono in crescita: si prevede che nei prossimi 20 anni ci saranno circa 1 miliardo tra diabetici o persone a rischio a livello globale.

“Da qualche anno – commeta Stefano Del Prato, Professore di Endocrinologia Università di Pisa – stiamo vivendo quello che si può definire il Rinascimento terapeutico per il diabete di tipo 2, grazie alla scoperta di nuove classi di farmaci. L’approccio moderno mira oggi a individualizzare sempre più il trattamento sulla base dei singoli pazienti, che non sono più solo adulti. Oltre alle terapie però rimangono irrinunciabili per i pazienti diabetici  la dieta e l’attività fisica”.

 

 

di Adiam Tekeste

 

da Aboutpharmaonline