Crescono i donatori, ma non i trapianti

In Italia diecimila persone sono in lista d’attesa per la donazione di un organo. Settemila aspettano per un trapianto di rene, 1.314 un trapianto di fegato, 728 di un cuore, 345 un polmone e 260 per il pancreas. Aumenta leggermente il numero di donatori di organi segnalati nei primi quattro mesi del 2011, ma cresce di pari passo la loro età media: da poco più di 50 anni nel 2002, si è passati a oltre 60 anni nel 2010. Le più ‘generose’ sono le donne. Sul fronte dei trapianti di rene da vivente, infatti, dal 2001 al 2010, su 1.304 trapianti, il 69% degli organi è arrivato da loro. La situazione si ribalta, però, quando si analizza il genere del ricevente: le donne sono il 34% e gli uomini il 66%.

Sono i numeri di un’emergenza presentati in occasione della XIV edizione della Giornata nazionale per la donazione e il trapianto di organi e tessuti, che si celebra il 29 maggio. Lo slogan di quest’anno, “Un donatore moltiplica la vita”, fa pensare alla piccola Elena Petrizzi, la bimba di 22 mesi la cui morte ha ridato la speranza a tre bambini che hanno ricevuto i suoi organi.

I medici rilevano l’aumento dell’età sia dei donatori sia dei riceventi. “I dati – dice Alessandro Nanni Costa, direttore del Centro nazionale trapianti – continuano a registrare una diminuzione dell’età media dei pazienti con lesioni traumatiche a fronte di un aumento dell’età dei pazienti neurolesi, che è di 72 anni, e di quelli che muoiono per lesioni cerebrali che è di circa 65 anni. Il problema è che tanto più è anziano il donatore, minore è il numero degli organi che si possono prelevare. Un giovane, infatti, può arrivare a donare fino a cinque organi, mentre tra i 65 e i 75 anni si può donare il fegato e, solo in alcuni casi, il rene”.

Tra i problemi da affrontare ci sono quello dei medici delle rianimazioni, che in alcuni casi ancora non segnalano al Coordinamento trapianti la presenza di un potenziale donatore, e quello delle opposizioni alla donazione. Circa il 20 per cento degli italiani continua a essere contrario alla donazione, per pregiudizio, difficoltà emotive ad accettare il prelievo o per semplice ignoranza. Ecco perché la sensibilizzazione e l’informazione sono essenziali.

Gli organi donati sono comunque insufficienti per quanti sono nelle liste di attesa. La soluzione, propone il ministro della Salute Ferruccio Fazio, è adottare ipotesi alternative che permettano di migliorare le cure. Organi artificiali come i cuori meccanici, impianti di cellule staminali e miglioramenti delle tecniche di conservazione. Alla luce dei dati presentati in occasione della Giornata nazionale, il ministro ha ammesso le criticità esistenti.

“La sopravvivenza media in lista d’attesa – dice Ferruccio Fazio – è piuttosto alta, segno che il sistema riesce a far sopravvivere i pazienti anche con gravi insufficienze di organo per anni”. Il progetto dunque è di trasferire le metodologie già utilizzate per i trapianti in una “filiera unica” per il trattamento delle gravi insufficienze degli organi. “Bisogna cominciare ad abituarsi all’idea che il trapianto non può essere l’unica soluzione – dice il ministro – perché avremo sempre più difficoltà a colmare il divario domanda-offerta. Siamo il primo paese europeo che prende questa direzione”.

“La campagna – dice Daniela Rodorigo, direttore della Comunicazione del ministero della Salute – prevede una serie di iniziative promosse dalle associazioni di settore su tutto il territorio nazionale per favorire una maggiore consapevolezza sull’importanza di sottoscrivere la dichiarazione di volontà sulla donazione di organi, tessuti e cellule e far accrescere la conoscenza sui benefici del trapianto”. E per catturare l’attenzione, l’Associazione italiana donazione organi di Segrate ha chiesto al compositore Andrea Mercurio di scrivere una canzone sul tema. La canzone si chiama “Vivo con te” e racconta la storia vera di Camilla che oggi vive grazie al fegato di un ragazzo. “Alessio” racconta Camilla “mi ha ceduto le sue ali ed io ho promesso di vivere anche per lui…”.

La canzone si può ascoltare su You Tube 1.

 

di Irma Daria
da Repubblica.it Salute