#ADA2023 raccontato dal dr Andrea Scaramuzza Day 4

Anche quest’anno il congresso ADA giunge al termine, con questa quarta giornata (una in meno rispetto alle tradizionali 5 degli anni scorsi). Farò un bilancio di quanto successo con la mia personale top ten, che temo quest’anno sia ben più breve a sottolineare un’edizione senza molti colpi di scena e senza notizie sensazionali. Ma ci torneremo fra breve.

La mattina si è aperta con un simposio, fra i tanti che quest’anno hanno trattato questo tema. Inibitori SGLT2 e GLP-1RA nelle malattie cardiovascolari. Quattro presentazioni hanno riguardato SGLT-2 e GLP-1 nelle malattie cardiovascolari in generale, in particolare in insufficienza cardiaca e malattia cardiovascolare aterosclerotica e la loro combinazione con altri farmaci cardiovascolari. Il dottor Darren McGuire (UT Southwestern), ci ha fornito una panoramica degli SGLT-2 e del GLP-1 nelle malattie cardiovascolari. La Dott.ssa Pam Taub (University of California San Diego) ha parlato nello specifico della terapia con GLP-1 nella malattia cardiovascolare aterosclerotica. Si è parlato anche di SGLT-2 nell’insufficienza cardiaca sottolineando gli effetti di questi farmaci, e di SGLT-2/GLP-1 in combinazione con altri farmaci cardio-vascolari, discutendo dell’importanza di un inizio rapido e simultaneo della terapia di combinazione.
Il simposio congiunto ISPAD / ADA ha parlato di linee guida e di come a volte vi sia la necessità di avere linee guida specifiche a seconda dei diversi interlocutori.
C’è stato ampio spazio per la discussione dei vari gruppi di interesse, fra cui quello sulla tecnologia del diabete. Dopo il benvenuto del Dr. Viral Shah (Barbara Davis Center), questa sessione è stata caratterizzata da due presentazioni molto interessanti sull’applicazione della tecnologia del diabete nelle donne in gravidanza affette da diabete. La Dr. Celeste Durnwald della Penn Medicine e la Dr. Grenye O’Malley del Mount Sinai hanno presentato uno studio sui sistemi AID basato sul registro, fornendo rispettivamente il punto di vista della “medicina materna e fetale” e dell'”endocrinologia” sullo studio. La Dr. Durnwald ha anche ventilato la possibilità che il CGM possa sostituire in test da carico orale di glucosio nella diagnosi del diabete gestazionale durante la gravidanza.
Altro gruppo di interesse professionale quello sul miglioramento dell’assistenza sanitaria. La dottoressa Mary Rhee (Emory) ha fatto una panoramica sulle strategie per implementare gli standard di cura ADA 2023. La dott.ssa Joanna Mitri (Joslin Diabetes Diabetes) ha discusso gli approcci per migliorare l’uso di SGLT-2 e GLP-1 nelle cure primarie, un argomento di grande interesse, particolarmente data la scarsa diffusione osservata nelle analisi del mondo reale. Molto attuale la presentazione sullo screening per il prediabete e il diabete, in particolare a seguito di una recente analisi sulle implicazioni di equità sanitaria. Per chiudere, il dott. Stephen Clement ( Inova Fairfax Hospital, Virginia) ha illustrato le proposte di revisione delle misure di qualità nella cura del diabete. Nel complesso, si è vista una crescente attenzione alla scienza dell’implementazione e all’assistenza multidisciplinare nelle ultime linee guida dell’ADA e dell’EASD.
Superare le barriere alla tecnologia del diabete è stato uno dei topic discussi lunedí mattina. Mentre le tecnologie per il diabete continuano a produrre risultati impressionanti, questa sessione si è concentrata sulle strategie per superare le molte barriere rimanenti all’accesso alla tecnologia per il diabete. Il dottor Thomas Martens (Park Nicollet) ha discusso le strategie per superare le barriere all’uso della tecnologia nelle strutture di assistenza primaria. Dato che la maggior parte della cura del diabete per le persone con diabete di tipo 2 queste osservazioni sono di primaria importanza. La dott.ssa Kimberly Driscoll (Università della Florida) ha discusso delle considerazioni psicologiche nell’adozione della tecnologia, un argomento importante, e ha incluso suggerimenti pratici e considerazioni per affrontare l’onere che la tecnologia del diabete può comportare per gli utenti. Il Dr. David Klonoff (UCSF) ha concluso la sessione con una presentazione sull’EHR e l’integrazione dei dati, sostenendo l’integrazione dei dati della tecnologia del diabete al fine di ridurre l’attrito clinico. Si sono viste integrazioni EHR di successo da istituzioni come l’International Diabetes Center, l’Università di Washington e Northwestern, e speriamo di vedere presto un’ulteriore espansione.
Si è parlato di Retatrutide (LY3437943), un nuovo triagonista del recettore GIP/GLP-1/Glucagon e sono stati presentati i risultati della sperimentazione di fase 2 su obesità, steatosi epatica non alcolica e diabete tipo 2. Questa sessione è stata ovviamente molto seguita. I Drs. Ania Jastreboff (Yale), Arun Sanyal (Virginia Commonwealth University) e Julio Rosenstock (UT Southwestern) hanno presentato i risultati della fase 2 del tri-agonista GIP/GLP/glucagone di Lilly nell’obesità (efficacia a 48 settimane), steatosi epatica non alcolica (risultati di un sottogruppo di pazienti nello studio sull’obesità) e diabete di tipo 2 (efficacia a 36 settimane), rispettivamente. Retatrutide ha permesso una riduzione del peso fino al 22% -24% in 48 settimane, con una riduzione del peso continua per un periodo di tempo maggiore. L’ufficiale medico capo, il dott. Daniel Skovronsky, ha affermato che ciò potrebbe tradursi in una riduzione del peso del 20% (!) in 72 settimane (poco piu di un anno). Nel diabete di tipo 2, Lilly ha stimato che retatrutide raggiungerà una riduzione di A1c fino al 2% e una riduzione di peso del 15%-17% dopo 36 settimane.
Con grande soddisfazione ho ascoltato la comunicazione del Dr. Valentino Cherubini sui pazienti pediatrici con diabete tipo 2, dati raccolti a livello internazionale dal consorzio SWEET. I dati presentati hanno permesso di concludere che c’è un aumento costante della percentuale di diabete tipo 2 tra i nuovi bambini diagnosticati inclusi nel database SWEET, non si è osservato nessun cambiamento nella frequenza del diabete tipo 2 durante COVID-19, vi è un enorme variazione di età e BMI-SDS alla diagnosi per regione, cosi come nel trattamento di prima scelta per regione, con l’insulina che viene prescritta in circa il 50% dei pazienti alla diagnosi. Per monitorare è necessaria una sorveglianza globale e sistematica dell’incidenza e prevalenza del diabete tipo 2 pediatrico.
Da San Diego è tutto. Appuntamento ai prossimi congressi, ISPAD a Rotterdam a ottobre e ATTD a Firenze il prossimo marzo.
Prima di chiudere permettetemi di stilare la mia personalissima top five (a dieci quest’anno davvero non ci si arriva), con una premessa. Non è cosi sorprendente dopo alcuni anni di continue innovazioni e avanzamenti, subire un rallentamento, almeno in alcuni settori quali quello tecnologico. Mi auguro che il prossimo anno sia più fortunato sotto questo risvolto. Ma veniamo ai 5 argomenti caldi di quest’anno
1. Teplizumab, ormai sdoganato come terapia ‘di rallentamento’ della malattia all’esordio, ha ricevuto approvazione FDA, siamo in attesa di quella della Agenzia Europea e soprattutto non vediamo l’ora di poterlo usare nella pratica clinica.
2. Tirzepatide, farmaco nato per il tipo 2, ormai sdoganato anche per l’obesità, sia pure in attesa di regolare autorizzazione, si è confermato valido, efficace e sicuro, anche in somministrazione settimanale. Sono in corso trial negli adolescenti e siamo curiosi di vedere i risultati.
3. Piccole perle tecnologiche di là da venire, ma che speriamo si aggiungano presto ad impreziosire la già bella collana che abbiamo a disposizione per la cura ‘tecnologica’ del diabete tipo 1. E parlo di Simplera, Instinct, patch pump Tandem, APP di controllo dei sistemi con boli remoti, piattaforma 8 dei microinfusori Medtronic, che dovrebbero gestire in autonomia anche i pasti, interconnessioni, Libre 3 con Ypsopump, ma anche Tandem e Omnipod, cosi come Omnipod e Libre 2, tutte cose di cui si è discusso più nelle dark room coperte dal segreto industriale che alla luce del sole, ma che ci auguriamo vedano presto il loro ruolo nella pratica clinica. Interessante, ma sempre invasivo, il sensore Senseonics che dura 1 anno!
4. Icodec, e le altre insuline della categoria, di lunga durata, una settimana, promettenti nel diabete tipo 2, tanto da essere probabilmente vicine ad una commercializzazione una volta ottenuto il benestare delle Agenzie regolatorie. Pochi studi, ad oggi, ne hanno studiato gli effetti nei pazienti con diabete tipo 1, quindi per lori si dovrà ancora aspettare. E’ e resta una basale, che non sostituirà la necessità dei boli di rapida o super-rapida ai pasti.
5. Infine, last but not least, gli studi di Vertex con le cellule staminali. Dopo i risultati presentati lo scorso anno su un singolo paziente gli studi hanno arruolato altri pazienti. Di 2 di loro abbiamo già un follow-up a un anno e l’insulino-indipendenza, a costo però di una immunosoppressione. Sono in rampa di lancio altri studi che testeranno queste terapie su gruppi più numerosi di pazienti e soprattutto senza immunosoppressione.