#ADA2023 raccontato dal dr Andrea Scaramuzza Day 1

Ecco il resoconto di quanto successo durante la prima giornata del 83rd Scientific Sessions del congresso della American Diabetes Association (ADA), iniziato appunto ieri a San Diego, in California, US e che terminerà lunedì 26 giugno. Come sempre il primo giorno c’è tanto da dire.
Abbiate pazienza.

Oltre 15.000 sono i partecipanti a questo evento, fra i più importanti a livello mondiale, per lo più medici, ma anche educatori, infermieri, dietisti, psicologi, assistenti sociali e, negli ultimi anni, anche advocates dei pazienti.
Il trattamento dell’obesità sarà il fulcro attorno al quale gireranno le decine di simposi, relazioni, letture, dibattiti, comunicazioni orali e poster. Infatti, dei 5 clinical trial più importanti che saranno presentati a San Diego, ben 4 riguardano la terapia dell’obesità, di cui tre sono sulle incretine.
Detto ciò veniamo ai punti salienti della prima giornata. Personalmente credo che i dati più interessanti comunicati ieri riguardino uno studio in cui pazienti con diabete tipo 1 adulti sono stati trattati con le cellule staminali (e l’immunosopressione) con successo. Primi dati del genere, un piccolo brivido percorre la schiena, quel fatidico ultimo miglio si è un pochetto ulteriormente accorciato.
Ieri è stato il giorno della presentazione ufficiale dei dati dello studio SURMONT-2. Come l’anno scorso, la Tirzepatide farà la parte del leone. In questo studio l’obiettivo era la perdita di peso utilizzando una formulazione del farmaco che ne prevede la somministrazione una volta a settimana invece che quotidianamente. Obbiettivo centrato con perdita di peso significativa e inoltre con miglioramento dell’emoglobina glicata e di altri indicatori. Tirzepatide è stata autorizzata da FDA nel 2022 per i pazienti con diabete tipo 2, ma viene abitualmente utilizzata anche per i pazienti obesi in regime off-label.
Un interessante dibattito ha visto coinvolto Mike Riddell, uno dei più autorevoli esperti al mondo su esercizio fisico e diabete (e recentemente membro della Faculty dell’ultima scuola ISPAD a Verbania qualche mese fa). Il quesito era se facesse meglio l’esercizio svolto in condizione di digiuno o poco dopo un pasto sull’equilibrio glicemico in persone con diabete. Il commento di Mike è stato che entrambe le situazioni hanno dei vantaggi tanto da lasciarlo dubbioso su quale opzione scegliere e da decidere che l’esercizio fisico fa bene in entrambe le circostanze e lui lo pratica così, sia a digiuno che dopo i pasti.
Si è parlato di CGM e metriche da esso derivate. Lo scorso anno ad ATTD si era discusso di quali e come considerare per valutate l’efficacia di uno studio scientifico. Ne è scaturito un lavoro scientifico che ne ha riassunto le raccomandazioni che hanno avuto modo di essere presentate sul prestigioso palcoscenico di ADA2023. Il Time In Range può ormai essere utilizzato come indicatore di efficacia (o meno) di uno studio.
Si è continuato a parlare di CGM questa volta nei pazienti di tipo 2. Non solo nei tipo 2 insulino-trattati o in farmacoterapia, ma anche nel prediabete e nell’obesità. I dati ci sono, i vantaggi eccedono i costi. L’auspicio è che tutti i pazienti possano un giorno usufruire di questa tecnologia che dovremmo iniziare a considerare come uno standard di cura.
Una delle sessioni più interessanti è stato il Pathway to Stop Diabetes Symposium. Come promemoria, il programma Pathway to Stop Diabetes di ADA è stato lanciato nel 2013 e ha l’obbiettivo di portare 100 scienziati verso la ricerca sul diabete attraverso sovvenzioni e tutoraggio che hanno lo scopo di accelerare l’impatto del loro lavoro. Quest’anno abbiamo avuto modo di ascoltare i risultati degli studi di 2 di questi ricercatori. La prima vincitrice della sovvenzione, la dott.ssa Anna Kahkoska (University of North Carolina at Chapel Hill), ha raccontato di un progetto intitolato “Fondere test a ciclo rapido e interventi adattivi: una pipeline scientifica per tradurre e individualizzare interventi psicosociali e comportamentali basati sull’evidenza nella cura di routine del diabete di tipo 1”. Il progetto mirava a sviluppare strategie efficaci per integrare l’assistenza sanitaria mentale nella cura di routine dei pazienti affetti da diabete di tipo 1. La seconda vincitrice della sovvenzione, la dott.ssa Lisa Beutler (Northwestern Medicine), ha parlato di un progetto intitolato “Dissecting sugar-induced modulation of gut-brain circuits”, che ha cercato di chiarire l’effetto del consumo di zucchero sulla relazione tra stomaco e cervello. In entrambi i casi dati davvero interessanti, e soprattutto di estrema attualità.
Tanto spazio è stato dato alla terapia del diabete tipo 2. In particolare sull’efficacia della terapia combinata se confrontata a quella semplice, monofarmaco.
Fra le tante comunicazioni orali ascoltate, quella piu interessante era intitolata “Inizio del CGM entro sei mesi dalla diagnosi di T1D è associata a HbA1c inferiore a 3 anni”, ha dimostrato come sia più vantaggioso avviare la tecnologia del diabete il più vicino possibile alla diagnosi di diabete di tipo 1. Altre presentazioni interessanti riguardavano: “Implementazione di un modello ibrido di screening e monitoraggio in Colorado—Autoimmunity Screening for Kids (ASK)” (non dimentichiamo che in Italia FID è stata recentemente artefice di una legge approvata dal parlamento che prevede lo screening di tutta la popolazione pediatrica per diabete tipo 1 e celiachia); “Monitoraggio della transizione dallo stadio 2 allo stadio 3 nel diabete di tipo 1 utilizzando il monitoraggio continuo del glucosio (CGM)”; e “Perdita della funzione caratteristica delle cellule ß negli individui positivi agli autoanticorpi (Ab+) durante la progressione verso il diabete di tipo 1 (T1D).” Questo ancora una volta ci conferma che le cose più interessanti in questi congressi, salvo rare eccezioni vengono proprio dalle comunicazioni orali.
Sempre presentazioni orali ma di diverso ambito, in particolare tecniche e metodi per salvaguardare le beta celleule. Fra queste estremamente interessante quella del Dr. Farooq Syed (Indiana University) intitolata “Valutazione preclinica degli inibitori TYK2 nel diabete di tipo 1”. Il dottor Syed ha discusso la possibilità di modificare il corso del diabete di tipo 1 attraverso l’inibizione della tirosina chinasi TYK2. Ha condiviso che l’inibitore TYK2 di Bristol Myers Squibb BMS-986202 ha portato a una ridotta infiltrazione di cellule immunitarie delle isole umane e ha ridotto l’incidenza del diabete nei topi con diabete di tipo 1. Il Dr. Farzad Asadi (Washington University di St. Louis) ha discusso poi di un nuovo farmaco che normalizza l’iperglicemia nel diabete di tipo 1, e il Dr. Thomas King (University of New South Wales, Sydney) ha mostrato la sintesi di un nuovo peptide in esame per la prevenzione e inversione del diabete di tipo 1. Tzield (teplizumab) è l’unica terapia advoggi approvata in grado di modificare la malattia ritardando l’esordio del diabete di tipo 1 e non esiste alcuna terapia a parte l’insulina e Symlin approvata per il diabete di tipo 1 clinico, quindi non vediamo l’ora di capire i possibili sviluppi di simili terapie su questo fronte. Infine, molto interessante la presentazione sull’associazione tra funzione residua delle cellule beta e Time in Range nelle persone con diabete di tipo 1 del Dr. Coco Snethage (Amsterdam UMC, Paesi Bassi). Maggiore è la funzionalità residua beta pancreatite migliore e il tempo speso in range desiderabile.
Alcuni dati estremamente interessanti su nuove incretine e su cui non mi dilungo hanno preceduto la presentazione degli ultimi dati sui sistemi avanzati di somministrazione dell’insulina. Sono stati presentati i dati del mondo reale di >5.900 adulti con diabete di tipo 1 che utilizzano Omnipod 5, in linea con quanto già presentato all’ATTD 2023. I dati sull’estensione completa del pivotal prescolare PEDAP Control-IQ di Tandem sono stati presentati evidenziando l’efficacia del sistema anche nei bambinidi età inferiore a 6 anni. Sempre da Tandem, interessanti i dati che mostrano che la funzione di bolo mobile sulla APP (attualmente non prevista in arrivo da noi) è stata in grado di migliorare l’uso del bolo in coloro che bolano più di tre volte al giorno. L’uso di uno schema semplificato di segnalazione dei pasti per MiniMed 780G che ricorda l’iLet solo per insulina si sono confermati efficaci nel mantenere la glicemia in range. Sono stati presentati i primi dati di InPen. Infine, sono stati presentati i dati della McGill University su uno studio di fattibilità dell’AID con pramlintide e nessun annuncio di pasto, con risultati incoraggianti.
La ricerca per ritardare o prevenire l’insorgenza del diabete di tipo 1 è stato il tema di un interessante simposio del pomeriggio. La sessione è stata caratterizzata da Drs. Stephen Gitelman (University of California San Francisco), William Russell (Vanderbilt University), Ingrid Libman (University of Pittsburgh) e Carla Greenbaum (Benaroya Research Institute, Washington) che hanno discusso degli ultimi studi sulla prevenzione del diabete di tipo 1, insieme alle lezioni apprese e a uno sguardo sul futuro. Dopo una panoramica del Dr. Gitelman, il Dr. Russell ha parlato del ritardo dell’esordio del diabete di tipo 1 con abatacept, una terapia immunomodulante approvata per l’artrite reumatoide. Il Dr. Russell ha condotto un recente studio di fase 2 (n=212) sul trattamento con abatacept per un anno in persone a rischio di diabete di tipo 1, che è stato pubblicato su Diabetes Care nel marzo 2023, con risultatia dire il vero piuttosto deludenti. La Dr. Libman quindi ha parlato dell’idrossiclorochina, che TrialNet sta studiando nella fase 1 del diabete di tipo 1. In chiusura, la Dr. Greenbaum ha riflettuto sulle esperienze passate nei test di prevenzione, evidenziando le opportunità e le sfide future.
Ed Damiano ha presentato alcuni dati sull’efficacia di iLet Bionic Pancreas biormonale e riassumere dicendo interessante ma siamo ancora piuttosto indietro. Ricordo che recentemente la versione mono ormonale con sola insulina ha ricevuto approvazione FDA per commercializzazione in USA.
Si è poi parlato del ruolo degli esomi nell’obesità e di ipoglicemia severa negli anziani con diabete tipo 1.
Dr Andrea Scaramuzza, Responsabile Endocrinologia, Diabetologia & Nutrizione Pediatrica presso ASST di Cremona