Acetone! Un segnale di pericolo?

La sequela dei sintomi va bloccata quanto prima, pena uno stato di avanzata acidosi.

Acetone è un termine che definisce uno stato di acidosi conseguente all’aumento dei corpi chetonici nel sangue oltre 3 mM. I corpi chetonici vengono escreti come tali nelle urine, mentre una quota sotto forma di acetone viene eliminata per esalazione attraverso i polmoni causando il classico odore di frutta marcia nel respiro. Questa condizione si realizza in conseguenza di una ridotta presenza o attività di insulina e viene amplificata dalla contemporanea produzione in eccesso (almeno quadruplicata) di ormoni controregolatori iperglicemizzanti (catecolamine, glucagone, cortisolo e ormone della crescita). Il difetto di insulina può essere assoluto o relativo. Il difetto assoluto è tipico di alcune drastiche presentazioni di nuovi casi di diabete tipo I o giovanile, condizione che necessita di una rapida integrazione endovenosa di insulina pronta, pena una chetoacidosi irreversibile. Il difetto relativo si verifica nei soggetti con diabete giovanile in corso di stress (vomito, febbre, trauma) e nei casi di insufficiente dose terapeutica od omissione parziale della stessa. Qualunque sia il motivo, in mancanza assoluta o relativa di insulina si assiste, con graduale gravità, ad una serie di eventi mediati dagli ormoni controregolatori, che sono semplificabili essenzialmente in:

1) aumento della produzione di glucosio;

2) liberazione di acidi grassi dai trigliceridi del tessuto adiposo;

3) chetogenesi, ossia accumulo di acidi organici (corpi chetonici).

Si arriva così alla produzione di acetone ossia, in termini semplici, alla ridotta capacità di produrre energia dalla degradazione degli zuccheri e al tentativo dell’organismo di trovare una via alternativa nel consumo delle scorte (grassi e proteine), col risultato di “consumarsi” la struttura base. Come dire che una macchina, in assenza di benzina, consumi pezzi del suo motore per camminare. Ne deriva un quadro sintomatologico caratterizzato da:

– spossatezza (mancanza di energia)

– respiro profondo (acidosi) con alito di frutta marcia,

– sintomi legati alla eventuale malattia di base (febbre, vomito, dolori addominali)

– progressiva obnubilazione dello stato di coscienza, dipendentemente dallo stato di acidosi.

È ovvio che la sequela dei sintomi va bloccata quanto prima, pena uno stato di avanzata acidosi che comporta la necessità di un ricovero in ambiente idoneo per procedere a complicate terapie che prevedono l’impiego di liquidi, elettroliti, bicarbonati e insulina. Il ricorso al consiglio del Centro Antidiabetico quindi è sempre suggeribile quando fa capolino l’acetone, per apportare le necessarie correzioni all’eventuale malattia o stress di base, provvedere all’aggiustamento della dose di insulina, al correttivo alimentare e segnatamente a sopperire alle necessità nutrizionali in corso di vomito e/o diarrea, non ribellandosi all’idea che magari è necessario farsi nutrire per via endovenosa (se possibile a domicilio, altrimenti in ospedale).

In consuntivo, il giovane o la madre in caso di diabete precoce, non possono ignorare che l’acetone è il segnale di un cattivo equilibrio metabolico, che nasce dalla ridotta azione insulinica che l’organismo richiede. È buona norma che il giovane impari a conoscere i sintomi legati all’iperglicemia, che sono ben più sfumati della condizione inversa e che non trascuri l’associazione di vomito – disidratazione – iperglicemia – acetone, che possono rappresentare l’anticamera del coma diabetico. La correzione immediata di questo stato dismetabolico è facilmente ottenibile a domicilio, mentre l’avanzamento dei sintomi non può che concludersi con l’ospedalizzazione.

 

 

Edoardo Bartolotta
Divisione Pediatrica Ospedale “S. Lucia”
Recanati (Macerata)

 

 

da Diabete Giovani