Diabete di tipo 2, GLP-1 agonisti riducono il rischio cardiovascolare più di altre classi di ipoglicemizzanti

I farmaci GLP-1 agonisti, comunemente prescritti per la perdita di peso, potrebbero ridurre significativamente il rischio di malattie cardiovascolari e ictus nei pazienti con diabete di tipo 2, più di altre tre classi di ipoglicemizzanti. È quanto emerge da uno studio pubblicato sulla rivista JAMA Network Open.

Secondo i dati dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC), negli Stati Uniti circa 38 milioni di persone convivono con il diabete, di cui oltre il 90% con la forma di tipo 2. Se non trattata, la malattia può causare gravi complicanze come malattie cardiovascolari, retinopatia, neuropatia, nefropatia, danni all’udito e aumento del rischio di ictus. Gli esperti  sottolineano l’importanza di intervenire tempestivamente al fine di mantenere la glicemia entro valori salutari, abbinando alla terapia farmacologica una dieta equilibrata e uno stile di vita sano.

La ricerca ha analizzato i dati di oltre 240.000 adulti con diabete di tipo 2, provenienti da sei sistemi sanitari statunitensi, con un’età media di 57 anni e una prevalenza maschile del 54%. I partecipanti sono stati trattati tra il 2014 e il 2021 con una delle seguenti classi di farmaci: sulfoniluree, inibitori della dipeptidil-peptidasi-4 (DPP4), inibitori del co-trasportatore sodio-glucosio di tipo 2 (SGLT2) e agonisti del recettore del GLP-1. La metformina, pur essendo ampiamente utilizzata, non è stata inclusa nell’analisi.

GLP-1 agonisti opzione efficace per ridurre il rischio cardiovascolare nel diabete di tipo 2 
Lo studio si è concentrato su tre eventi cardiovascolari maggiori (MACE), ovvero infarto miocardico non fatale, ictus non fatale e decesso per cause cardiovascolari. I risultati hanno mostrato che il rischio di eventi cardiovascolari variava in modo significativo in base alla classe di farmaco. Nelle analisi aggiustate, il rischio di MACE a 2,5 anni è risultato più basso nei pazienti con esposizione continuativa ai GLP-1 agonisti, seguiti dagli SGLT2 inibitori, dalle sulfoniluree e dai DPP4  inibitori.

Confrontando questi ultimi con le sulfoniluree, e gli SGLT2 inibitori con i GLP-1 agonisti, la differenza cumulativa di rischio a 2,5 anni è stata rispettivamente dell’1,9% e dell’1,5%. Le differenze di rischio tra pazienti con e senza malattia cardiovascolare aterosclerotica (ASCVD) hanno seguito lo stesso trend, ma sono risultate sensibilmente inferiori nei soggetti senza ASCVD. Il vantaggio dei GLP-1 agonisti rispetto agli SGLT2 inibitori è apparso più evidente nei pazienti con ASCVD o scompenso cardiaco (HF) al basale, di età pari o superiore a 65 anni, o con una compromissione renale lieve o moderata, mentre tale beneficio non è stato riscontrato nei pazienti di età inferiore ai 50 anni.

Secondo Rita Kalyani, direttrice scientifica e medica dell’American Diabetes Association, lo studio affronta un tema cruciale, poiché le persone con diabete hanno quasi il doppio delle probabilità di morire per malattie cardiovascolari rispetto a chi non è affetto dalla patologia. Il diabete di tipo 2 è spesso associato a obesità, ipertensione e ipercolesterolemia, rendendo la prevenzione cardiovascolare una priorità assoluta.

Anche altri esperti, non coinvolti direttamente nello studio, hanno confermato l’efficacia dei GLP-1 agonisti nel trattamento delle condizioni cardiometaboliche. Marilyn Tan, docente di medicina alla Stanford University, ha evidenziato come numerosi studi abbiano dimostrato benefici non solo sul controllo glicemico, ma anche sulla riduzione del rischio cardiovascolare e sulla protezione renale.

Nel complesso, lo studio rafforza l’evidenza che, nei pazienti appropriati, i GLP-1 agonisti rappresentano una delle opzioni terapeutiche più efficaci per ridurre il rischio cardiovascolare nel diabete di tipo 2. Gli autori hanno tuttavia fatto presente che la maggior parte degli utilizzatori di questi agenti assumeva exenatide (circa il 20%), liraglutide (circa il 50%) o semaglutide (circa il 20%), pertanto i risultati potrebbero sottostimare i benefici ottenibili con i farmaci incretino-mimetici di più recente introduzione.

Come migliorano la salute cardiovascolare?
L’efficacia di questi farmaci risiederebbe nella varietà dei meccanismi d’azione, dal momento che imitano un ormone naturale che regola la glicemia e l’appetito, favorendo la perdita di peso, il controllo glicemico e il miglioramento dei livelli di pressione arteriosa e colesterolo. Inoltre, i recettori GLP-1 sono distribuiti in tutto l’organismo, incluso il cuore.

Katherine DiPalo, farmacologa clinica e docente presso l’Albert Einstein College of Medicine, ha sottolineato che alcuni degli agenti più recenti, come tirzepatide, combinano l’attività sui recettori GLP-1 e GIP, offrendo benefici metabolici ancora più marcati.

Tuttavia queste molecole possono comportare effetti collaterali rilevanti, tra cui problemi di tollerabilità come disturbi gastrointestinali, eccessiva perdita di peso, possibile riduzione della massa muscolare e costi elevati. Gli eventi avversi più comuni sono nausea, diarrea e stitichezza, ma sono stati osservati anche casi di pancreatite e colecistite.

Referenze

Neugebauer R et al. Glucose-Lowering Medication Classes and Cardiovascular Outcomes in Patients With Type 2 Diabetes. JAMA Netw Open. 2025 Oct 1;8(10):e2536100.

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da Pharmastar

 

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